Signe Jungersted

Cosa può fare il turismo per i residenti

“Ask not what locals can do for tourism, ask what tourism can do for locals”: basandosi su questa filosofia, a partire dal 2017, Signe Jungersted e il suo team hanno ripensato completamente la città di Copenaghen come destinazione turistica. La trasformazione di Copenaghen è avvenuta mediante un processo partecipativo e una potente strategia per contrastare il fenomeno dell’overtourism. Jungersted oggi è CEO e cofondatrice dell’agenzia di innovazione Group NAO e segue progetti per lo sviluppo turistico in Europa e in America del Nord. Per lei anche le questioni più urgenti che animano il settore – come rendere il turismo più sostenibile, come reagiscono le destinazioni agli effetti del cambiamento climatico – sono connesse a un interrogativo fondamentale: in che modo il turismo può migliorare la vita dei residenti?

La strategia Localhood ha il fine di rendere le destinazioni turistiche meritevoli di essere vissute e visitate. Per ottenere un’interazione positiva la community locale deve essere coinvolta nei processi decisionali in qualità di stakeholder. Così nascono iniziative comunitarie che modellano positivamente lo spazio di vita quotidiana e di vacanza di tutti i soggetti coinvolti. All’evento di lancio di BEAM, nel settembre del 2023 alla Fiera di Bolzano, Jungersted ha esortato a pensare a processi aperti, per esempio all’organizzazione di workshop.

Wolfgang Töchterle, direttore marketing di IDM Alto Adige, ha intervistato l’esperta danese nell’ambito dell’evento di lancio di BEAM. 
I concetti principali di Signe Jungersted:
  • Nessun uomo è un’isola. Trasformare positivamente una destinazione turistica è un processo comunitario. Il turismo non è un settore a sé stante, ma riunisce e influenza vari altri settori (p. e. i trasporti, la ristorazione, l’agricoltura): un cambio di mentalità può promuovere dunque lo sviluppo in ogni segmento. Nel processo decisionale, oltre agli stakeholder economici, dovrebbe essere coinvolta anche la popolazione locale.

  • Essere trasparenti. La collaborazione si basa sulla reciprocità, perciò è necessario comunicare chiaramente a priori gli obiettivi e poi realizzarli con coerenza. Chi avvia un processo di partecipazione e chiede degli input, allo stesso tempo promette degli output: quindi se si sollecita l’opinione di varie parti ci si deve poi confrontare anche con queste opinioni differenti.

  • Superare l’horror vacui. La trasformazione è anche lasciar perdere ciò che è inessenziale. Chiedersi cosa non dobbiamo (più) fare è altrettanto importante quanto sapere che cosa vogliamo fare.

Cos’è BEAM?
 
BE AMbitious. Lead the change. 

Il 6 e 7 giugno 2024 alla Fiera di Bolzano si svolgerà il primo BEAM Summit. La conferenza punta a guidare il futuro dell’industria dell’ospitalità, affrontandone le sfide principali quali la sostenibilità, la trasformazione digitale, l’evoluzione delle esigenze dei clienti, la cultura del lavoro e i nuovi modelli di business. Il BEAM Summit promuove lo scambio interdisciplinare, riunendo visionari innovativi e decisori influenti.

Per maggiori informazioni: BEAM

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