L’Associazione Turistica Renon ha ottenuto la massima certificazione internazionale nel campo della sostenibilità: cosa ha spinto la destinazione a intraprendere questo processo?
Ci siamo posti la domanda: come vogliamo crescere? In primo luogo, economicamente, ma anche socialmente. Ci siamo anche chiesti quanto turismo possa effettivamente sopportare il Renon. Queste questioni hanno segnato l’avvio del processo. Personalmente credo che dobbiamo svilupparci ulteriormente, soprattutto nel turismo. Allontanandoci dall’obiettivo di un continuo aumento dei pernottamenti e avvicinandoci a un concetto più sostenibile che consideri la situazione nel suo complesso. Una destinazione non è solo un luogo da visitare, una destinazione è anche una catena di servizi.
Cosa intendi per catena di servizi?
Intendo che bisogna generare un ciclo economico che coinvolga la popolazione. Si inizia dalle strutture ricettive: ove possibile, i collaboratori provengono dalla località stessa. In cucina vengono utilizzati prodotti dei dintorni. Fanno parte del ciclo economico anche, per esempio, le scuole di sci, i maestri di sci, la funivia, che utilizza energia elettrica regionale. È questa cooperazione che dà vita alla destinazione.
In che modo influisce questa cooperazione sull’impegno che una destinazione investe nel campo della sostenibilità?
Abbiamo calcolato quanto valore aggiunto crea il turismo sul Renon. Una fetta di questa torta deve andare anche alla popolazione, perché solo così può nascere l’accoglienza, essenziale affinché gli ospiti si trovino bene da noi. E, come associazione turistica, è importantissimo che si tenga conto di tutti. Se realizziamo una nuova passeggiata, deve essere priva di barriere architettoniche – la nostra società invecchia, ospiti e residenti spesso hanno carrozzine e passeggini. Dobbiamo includere tutti, questa è la sostenibilità sociale. L’accessibilità senza barriere architettoniche è un aspetto fondamentale dei nostri sforzi per la sostenibilità; di recente, per esempio, il trenino del Renon si è dotato di tre sollevatori per sedie a rotelle.
Quali sono state le pietre miliari del percorso verso la certificazione di sostenibilità?
Sicuramente il documento strategico che abbiamo elaborato in diversi workshop insieme all’Ecoistituto Alto Adige. Già al primo incontro abbiamo invitato i residenti, che si sono presentati numerosissimi. Privati, associazioni, il Servizio giovani, gli organizzatori di Rock im Ring, i commercianti. Tutti hanno preso molto seriamente i nostri sforzi per la sostenibilità, e ciò ha facilitato incredibilmente il nostro lavoro. In un secondo momento abbiamo coinvolto attivamente anche istituzioni come la funivia e la Ritten Arena. La collaborazione con gli stakeholder è essenziale.
Il Renon è certificato ComuneClima. Ciò ha facilitato il lavoro della vostra associazione turistica?
Sì, è di enorme aiuto, perché in questo modo tutti hanno gli stessi obiettivi e ci si confronta da pari a pari: ogni destinazione che decida di certificarsi dovrebbe confrontarsi con il Comune, per intraprendere questo percorso insieme. Quale ComuneClima, il Comune di Renon affronta diverse questioni annuali: energia, riduzione dei rifiuti e mobilità sono state quelle degli scorsi anni. Noi, come associazione turistica, abbiamo fatto nostre queste tematiche elaborando interventi mirati.
Parola d’ordine mobilità: quali provvedimenti sono stati adottati nell’ambito del processo di certificazione?
Sul Renon ci occupiamo di mobilità sostenibile già da tempo, non solo dall’inizio del processo di certificazione. Il turismo non ha causato particolare disagi al traffico, semplicemente perché siamo già ben attrezzati: un esempio è la linea di autobus per Pemmern, la stazione a valle della funivia per il Corno del Renon. Grazie alla linea di bus non siamo stati costretti ad ampliare il parcheggio, perché anche il traffico stazionario è sempre traffico. Oggi questa linea viene utilizzata da 70.000 persone, la funivia da Bolzano a Soprabolzano da più di un milione e il trenino del Renon da circa 700.000. Grazie all’intenso utilizzo di questi collegamenti si riescono a finanziare anche le linee più deboli, garantendo un sistema di trasporto capillare che include anche i percorsi minori. E di questo beneficiano tutti.
Quali sono i prossimi temi prioritari in ambito turistico che il Renon intende affrontare?
Incitare le aziende, anche le più piccole, a misurare la propria impronta di CO 2 . Vogliamo accompagnarle e sostenerle nell’adozione di misure concrete affinché possano, per esempio, risparmiare acqua o energia elettrica. Quali sono i vantaggi concreti legati a un certificato GSTC oppure al Marchio Sostenibilità Alto Adige – cosa ci guadagna una destinazione a farsi certificare? Grazie alla certificazione di sostenibilità possiamo porci sullo stesso livello di altre destinazioni – anche prestigiose. Abbiamo lavorato duramente e siamo orgogliosi del certificato, è veramente una grande soddisfazione. Va detto però che non tutti hanno i requisiti per un certificato di questo tipo; serve un ottimo management, che abbia un approccio sostenibile sia culturalmente che ecologicamente, capace di influire anche sul sistema socioeconomico.